Regione Lombardia e CGIL CISL UIL Lombardia ritengono che l’attuale sistema socio sanitario debba essere reso più idoneo alle mutate esigenze e più rispondente ai nuovi bisogni delle persone considerando l’aumento di anziani e l’esigenza di cura e tutela di malati cronici, pazienti pluripatologici (anziani, pazienti affetti da patologie psichiatriche, persone con disabilità, persone bisognose di maggiori tutele sociosanitarie), anche con il supporto della rete di volontariato e familiare e del terzo settore.

Condividono la conseguente necessità di un aggiornamento organizzativo/gestionale del sistema, che parta da un riequilibrio tra assistenza ospedaliera e territoriale fi nalizzato a un rafforzamento di quest’ultima, per continuare ad offrire i servizi che attualmente si erogano effi cacemente e aprire nuove prospettive per le persone fragili.

Governance del sistema

La Regione, che ha la responsabilità della tutela della salute dei cittadini, assicurando l’erogazione dei LEA, deve svolgere un ruolo di indirizzo e di programmazione, individuare i bisogni esistenti ed emergenti, disegnare le aree di intervento e indicare le azioni da sviluppare, garantendo l’universalità nell’accesso, volta alla compiuta esigibilità dei diritti di cui le persone sono titolari. Ha il compito di programmare le reti di offerta, decidere i volumi complessivi di produzione necessari per soddisfare il fabbisogno in relazione agli obiettivi di salute, indirizzare l’utilizzo delle risorse disponibili e controllare costantemente la corrispondenza tra le prestazioni erogate e il quadro epidemiologico regionale, anche sotto il profi lo dell’appropriatezza. A livello locale la ASL sarà il soggetto responsabile della programmazione sociosanitaria e sanitaria, con le realtà locali, che devono concorrere alla programmazione affinché risponda alla domanda dei bisogni di salute espressi dal territorio con la partecipazione dei Comuni e delle forze sociali.

Educazione, prevenzione e informazione

Lo sviluppo di politiche di promozione della salute e di prevenzione è la leva strategica per la riduzione e il contenimento nel tempo delle patologie cronico-degenerative, in particolare attraverso la promozione di stili di vita sani. Saranno resi strutturali gli interventi di educazione sanitaria, sviluppando e potenziando i programmi di screening, attraverso il pieno coinvolgimento dei MMG. Si darà piena attuazione al Piano regionale 2014-2018 per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. In particolare le azioni preventive ed educative saranno rivolte ai soggetti nei vari ambiti della società, a partire dalla scuola dell’infanzia, nei luoghi di lavoro e per sostenere un invecchiamento attivo e in buona salute, con particolare riferimento alla prevenzione di cronicità ed agli aspetti sociali. Si implementeranno programmi sviluppati dalle ASL, in sinergia con medici di base, Comuni, Associazioni per la promozione di corretti stili di vita sani.

Il necessario riequilibrio del sistema verso il territorio

Il territorio sarà organizzato in ambiti territoriali, contesti in cui la programmazione di servizi sanitari, sociosanitari e sociali dovrà integrarsi, con particolare riguardo alle tematiche degli anziani, dei minori, dei disabili, della salute mentale, delle dipendenze e delle categorie più fragili. Il passaggio necessario ulteriore è quello di sviluppare, in ciascun ambito territoriale, dei luoghi chiaramente riconoscibili, che offrano la continuità delle cure e siano punto di ricomposizione dei percorsi di cura. In tali luoghi saranno implementate soluzioni organizzative che facilitino l’accesso dei cittadini ai servizi, dalle cure primarie alla specialistica di 1° livello, alla gestione della non autosufficienza e delle cronicità, alle attività di igiene e prevenzione, alle attività consultoriali per le donne, la famiglia e l’infanzia, ai servizi per la salute mentale, le dipendenze e la disabilità.

Le strutture territoriali concentreranno tutti i livelli di assistenza: primaria, specialistica e continuata. Sarà attuato il necessario coinvolgimento dei MMG, anche al fine di ampliare la gamma delle prestazioni, all’interno di forme multiprofessionali territoriali, e per garantire ai cittadini maggiori possibilità di accesso con orari più fl essibili, estesi alle ore serali, sabato e festivi. Si opererà per un più efficace monitoraggio del percorso terapeutico (compliance) tramite l’individuazione di modelli organizzativi finalizzati alla presa in carico dei pazienti.

L’integrazione sociosanitaria e la domiciliarietà

L’integrazione tra servizi sanitari, sociosanitari e sociali porrà al centro la presa in carico globale delle persone, con garanzia di programmazione, coordinamento, valutazione e controllo in capo alla Regione, alle ASL e ai Comuni, e di un accesso integrato ed universale al sistema, anche attraverso l’individuazione di un luogo unico di accesso visibile, quali lo sportello unico per il welfare. In questa logica verrà data piena valorizzazione a tutti quei servizi che permettono il mantenimento delle persone al loro domicilio anche in situazioni di fragilità. In tal senso saranno sperimentati nuovi modelli organizzativi che si adeguino alle necessità, anche logistiche, dei pazienti, prevedendo la figura l’infermiere di famiglia.

Le Unità d’Offerta sociosanitarie (diurne, residenziali e domiciliari), devono rispondere ai bisogni di prossimità e appropriatezza. In particolare, per quanto riguarda le RSA saranno da individuare percorsi di fi nalizzazione ai bisogni di cura di specifi che tipologie di utenza e un riordino complessivo del sistema regionale delle stesse Residenze e degli attuali meccanismi tariffari con una proporzionale riduzione della parte a carico dell’assistito/famiglia e a un effi cace controllo della determinazione delle rette.

Il rapporto pubblico/privato

L’aggiornamento del Sistema sanitario lombardo sarà finalizzato alla realizzazione di un sistema a rete per l’assistenza ospedaliera, fondato non sulla concorrenza ma su una feconda sinergia tra pubblico e privato, paritario negli oneri come nei doveri, che garantisca una copertura omogenea sul piano territoriale, per le diverse tipologie di assistenza (per l’acuzie, sub-acuzie, post-acuzie, riabilitazione e più in generale l’offerta delle cure intermedie) che dovranno essere a tutti gli effetti comprese nei LEA. La programmazione regionale defi nirà qualità e tipologie dei servizi, per perseguire l’obiettivo generale di assicurare una risposta adeguata e appropriata ai bisogni, integrando le prestazioni di tutte le strutture del sistema e promuovendo una fattiva collaborazione tra pubblico e privato in nome di una maggiore e più efficace integrazione.

Investire sul lavoro e la professionalità

Tutte le lavoratrici e lavoratori del Sistema sociosanitario lombardo, con le loro diverse fi gure professionali, che hanno sino ad ora garantito elevati livelli di eccellenza ed effi cacia, saranno chiamati ad ulteriori sforzi e a complessi processi d’integrazione e dovranno sentirsi artefi ci e protagonisti del cambiamento. Alla necessaria intensificazione, accessibilità e miglioramento dei programmi formativi per le professioni sanitarie e di supporto, sarà affiancata una corrispondente e sistemica formazione del personale amministrativo e tecnico.

Obiettivo primario di questi percorsi sarà un miglioramento dell’informazione, indirizzo e accompagnamento del cittadino nella sanità che cambia tra ospedale e territorio. Con specifico riferimento alla peculiarità del tessuto lombardo, che vede nella partecipazione attiva della società una espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo improntata alla sussidiarietà, il volontariato rappresenta certamente una risorsa anche per il sistema sociosanitario. Pertanto, si opererà per definire con la massima chiarezza quali sono all’interno del sistema gli ambiti di azione del volontariato rispetto a quelli del lavoro dipendente o assimilato (ciò per garantire il massimo di effi cacia nel rapporto col paziente).

La compartecipazione alla spesa sanitaria e sociale

CGIL CISL UIL Lombardia condividono e sostengono l’obiettivo alla base dell’impegno assunto dal Presidente Maroni di realizzare una progressiva abolizione dei ticket sanitari. Nell’ottica di tale condiviso obiettivo di legislatura, si interverrà al più presto, per una signifi cativa riduzione dei cosiddetti “superticket” vigenti in Lombardia su non poche prestazioni diagnostiche, il cui ammontare, a fronte della crisi economica, induce sempre più spesso persone e famiglie in diffi coltà economica a rinunciare alla prestazione. Per i lavoratori in mobilità, in contratto di solidarietà, i cassaintegrati e i disoccupati verranno reintrodotte le modalità di esenzione in vigore nel 2011. Si conviene inoltre di dare avvio a un percorso condiviso di analisi, di studio e progettualità, fi nalizzato ad una possibile copertura solidaristica integrativa di quanto attualmente non coperto dal sistema pubblico di welfare, anche di natura mutualistica.

Prosecuzione del confronto

Regione Lombardia e CGIL CISL UIL Lombardia concordano infine sull’opportunità di proseguire il confronto, finalizzato alla ricerca di una condivisione dei contenuti del Progetto di Legge di modifi ca/integrazione della L.R. 33/2009 di iniziativa della Giunta e alla traduzione nello stesso P.d.L. della presente intesa e di proseguirlo successivamente con riferimento al conseguente iter di approvazione da parte del Consiglio Regionale e alle successive fasi di implementazione delle nuove norme.

Ora il confronto si sposta a livello territoriale. Con ASL, Comuni e i diversi Ambiti con funzioni sociosanitare, è necessario aprire il confronto e iniziare a sperimentare modifi che e soluzioni organizzative che vadano nella direzione indicata dall’accordo. Questo lavoro che impegnerà molto sia la Unione Sindacale Territoriale che la FNP, deve trovare nelle Strutture territoriali di Zona (RLS) i soggetti fondamentali per la individuazione e la rappresentazione dei bisogni, di tipo sociosanitario delle persone, nel confronto con le Istituzioni e i soggetti  interessati.