Uomini d'altri tempiArialdo Volpato

Anche noi della FNP di Varese avremmo voluto festeggiare Arialdo Volpato per i suoi cento anni, ma ci ha lasciato lo scorso mese di maggio.

Ex lavoratore Aermacchi, dove era entrato al reparto meccanica nel 1939 con lo stipendio di 42 lire dell’epoca, fu poi responsabile della FIM CISL nella Commissione Interna, quella che sarebbe diventata il Consiglio di fabbrica e l’attuale RSU. In pensione dal 1975 era uno dei più longevi iscritti alla FNP.

“Erano altri tempi quelli in cui lavorava e svolgeva militanza sindacale Arialdo, quando dimenticarsi di timbrare il cartellino si traduceva in una multa di dieci minuti di stipendio, come testimonia una comunicazione della Direzione aziendale del 1962, ritrovata nell’archivio sindacale - così lo ricorda Graziano Resteghini, attuale coordinatore FIM CISL Alenia Aermacchi di Venegono che ne ha idealmente raccolto il testimone - erano anche tempi in cui uomini e donne sapevano sopperire nel lavoro alla mancanza di mezzi e di tecnologie con la loro tenacia ed il loro ingegno; sapevano stare insieme superando le differenze perchè avevano rispetto gli uni degli altri”.

Uomini d'altri tempi

Arialdo, come testimonia chi lo ha conosciuto, era un uomo temprato dalle fatiche del suo tempo, con i suoi cento anni aveva attraversato due guerre mondiali, il lungo periodo della ricostruzione, nel quale a stento si trovava il necessario per vivere, ma era capace di alimentare la speranza. Uomo di rigore morale e di forte impegno, sindacale era sempre stato fin dai primi anni della sua militanza un punto di riferimento per gli apprendisti, chiamati allora “garzoni”.

In un tempo, capace di divorare tutto, e per certi versi assai complicato, Arialdo Volpato rappresenta per tutti noi non solo un bel ricordo da conservare con cura e con rispetto, ma un esempio per i valori etici che ha saputo rendere concreti con la sua vita.


Uomini d'altri tempiGuerrino Cisotto

L’universo non contiene atomi, contiene storie
(J. L. Borges).

È tanto vera e profonda questa affermazione se la si misura sugli uomini che hanno vissuto in modo pieno per un ideale, con una missione da compiere, con lo spirito di militanti che hanno scelto di aderire ad una organizzazione e per essa hanno operato con passione e coerenza per tutto l’arco della loro vita.

L’universo contiene anche la storia di Guerrino Cisotto, classe 1922, che ci ha lasciato all’età di 93 anni, la gran parte dei quali spesi per i lavoratori e per la CISL.

Una storia ricca che attraversa quasi un secolo di vicende italiane e che lo vede, come attivista nel sindacato fin dalla sua costituzione, a fianco di dirigenti del peso e dell’importanza di Luigi Morelli, uno dei padri fondatori della CISL, storico rappresentante del cattolicesimo sociale, poi vicino a Pierino Azzimonti, primo segretario provinciale della CISL varesina.

L’azione sindacale di Cisotto ha inizio nei primi anni cinquanta del secolo scorso; è tra i fondatori e i primi attivisti e dirigenti di Castellanza e di Busto Arsizio, organizza le sedi sindacali locali e ne cura la gestione. Uomo mite, ma determinato, non teme in quegli anni la durezza della lotta politica, non solo nei confronti del padronato, ma anche nei frequenti scontri interni al sindacato.

Lo ricordiamo calmo, riflessivo, solido nelle convinzioni e nelle motivazioni, di profonda fede, combattente e coriaceo quando serviva, preciso e sempre presente all’occorrenza. È stato per molti un maestro di vita e un vero militante della CISL e della FNP di Busto Arsizio e di Varese.

Mario del Luca, l’amico che più di ogni altro gli è stato vicino fino all’ultimo giorno della sua lunga vita, ricorda la passione che ha sempre spinto Guerrino a documentare le vicende della CISL, della FNP e tutte le iniziative che il sindacato metteva in campo.

Uomini d'altri tempi“…il valore di un essere umano non dipende da ciò che ha, non dipende da ciò che sa, non dipende neppure da ciò che è, ma dipende dalla misura in cui è giunto a trascendere il suo ego perché l’ha posto al servizio di qualcosa di più grande e di più importante. Il valore di un essere umano dipende dalla sua capacità di creare relazioni, di dedicarsi, di uscire da sé, di aprirsi, di abbracciare, di amare.”

Vito Mancuso in “Questa vita”