Brexit: Anziani vs Giovani?Il 23 giugno 2016 Inglesi, Scozzesi, Gallesi e Nordirlandesi sono stati chiamati dal proprio governo ad esprimersi rispetto alla possibilità che il Regno Unito abbandonasse l'Unione Europea.

Come tutti sappiano il referendum ha visto prevalere il partito del Leave (andarsene) 51,8% rispetto a quello del Remain (rimanere) 48,2%.

In numeri assoluti le persone che hanno preferito che la Gran Bretagna lasciasse la Comunità Europea superavano la controparte di circa 1.300.000. Questo risultato, anche alla luce dei sondaggi che in modo unanime prevedevano la vittoria del Remain, ha sorpreso tutti.

Gli effetti economici e politici di questa scelta non hanno tardato a manifestarsi: fin dalle prime ore il valore della sterlina è precipitato, le borse di tutto il mondo hanno registrato una serie significativa di perdite, in particolare per quanto riguarda il settore bancario.

I rappresentanti sia istituzionali che politici inglesi hanno rassegnato le dimissioni dai propri incarichi prendendo atto della volontà dell'elettorato, anche i leader dei partiti che sponsorizzavano la fuoriuscita britannica hanno lasciato la guida dei loro gruppi sostenendo di aver compiuto la propria missione.

Cosa accadrà a questo punto è difficile da prevedere.

Brexit: Anziani vs Giovani?

Nel momento in cui scriviamo la situazione è ancora molto incerta: diverse persone si sono mobilitate affinché la Gran Bretagna torni sui propri passi e decida di rimanere in Europa, la Scozia e l'Irlanda del Nord (dove la maggioranza dei votanti ha di gran lunga optato per il Remain) vorrebbero proporre un'ulteriore consultazione per proclamare la propria indipendenza dal Regno Unito, tra gli altri stati europei c'è chi spinge perché la Gran Bretagna acceleri le procedure per uscire dall'unione e chi pare non abbia particolare fretta.

Brexit: Anziani vs Giovani?

Con i risultati delle votazioni si è aperto il dibattito sui flussi di voto nel tentativo di spiegare gli orientamenti dei diversi gruppi sociali.

Tra le tante letture, quella che suddivide l'esito della votazione in base alle diverse fasce di età merita un'attenta valutazione.

Attraverso il sistema delle interviste si è cercato di analizzare come hanno votato i giovani e gli anziani.

Brexit: Anziani vs Giovani?

Dalla disamina emerge che i risultati del voto non rispecchiano affatto gli esiti che la votazione avrebbe avuto se le persone fossero state suddivise rispetto all'età: infatti, se fossero state chiamate ad esprimersi solo le persone più anziane avrebbe vinto il partito del Leave con il 68% dei voti, al contrario se i votanti fossero stati unicamente i cittadini tra i 18 e i 24 anni a vincere, questa volta con il 64% dei voti, sarebbe stato il Remain.

Brexit: Anziani vs Giovani?

In altre parole sembrerebbe riproporsi il classico scontro generazionale: giovani contro anziani con una generazione, quella degli anziani, che operando una scelta egoistica "ruba il futuro" ai giovani condannandoli ad anni di instabilità.

Ma è proprio questa la realtà? Gli interessi dei giovani e degli anziani sono veramente in conflitto?

Un suggerimento arriva anche dalle riflessioni dell'ex premier italiano Enrico Letta che, con grande acume, ha fatto emergere quanto la lettura dei dati sull'affluenza al voto per le diverse fasce d'età sia utile per un'analisi più approfondita.

Se infatti la stragrande maggioranza degli anziani è andata a votare, arrivando a segnare livelli di quorum dell'83% tra le persone con più di 65 anni, nella fascia di età 18-24 solo il 36% si è recato alle urne.

Alla luce di questa lettura è ancora possibile parlare di scontro generazionale?

Brexit: Anziani vs Giovani?

Osservando i numeri risulta chiaro che il problema è molto più complesso: se è vero, infatti, che le persone con un'aspettativa di vita più breve (gli anziani) hanno scelto di uscire dall'Unione Europea, è altrettanto evidente che i giovani non hanno fatto nulla affinché questo non accadesse.

Astenendosi nei fatti dal voto si sono disinteressati del problema.

Possiamo perciò concludere che il reale sentimento che ha caratterizzato i giovani inglesi, rispetto all'adesione all'Unione Europea, è molto diverso da quanto è stato diffuso dai mass media.

Sembrano essere i più fiduciosi nell'UE, ma si sono rivelati i meno coinvolti.

Brexit: Anziani vs Giovani?

Non si cada nell'errore di pensare che questo è un problema che riguarda solo gli inglesi perché l'affluenza alle elezioni amministrative italiane di giugno ci ha dimostrato come, anche nel nostro Paese, si corra lo stesso rischio.

A prescindere dalla retorica del valore della partecipazione fine a se stessa quello che preoccupa è lo scollamento totale di una generazione dalla realtà.

Se infatti nel 1968 il movimento studentesco si opponeva alla generazione dei loro padri instaurando una dialettica e ponendosi in alternativa, oggi si è arrivati al punto che si rifugge addirittura il confronto non avendo nessuna alternativa da proporre.

Brexit: Anziani vs Giovani?

Semplicemente si sceglie di non interessarsi dei problemi e come uno struzzo si infila la testa sotto la sabbia dell'indifferenza.

Il pericolo di un tale atteggiamento, che vede sempre più diminuire il numero delle persone impegnate nella "cosa pubblica", è rappresentato dal fatto che pochi decideranno per molti con il rischio conseguente di derive se non autoritarie sicuramente populiste.

Da dove ripartire per superare questa empasse?

Ciò di cui si sente il bisogno è un'alleanza tra le generazioni che veda i più anziani aiutare i più giovani nella scoperta del valore della partecipazione e stimoli i giovani all'impegno nella costruzione del futuro contribuendo al bene di tutti e senza spendere le proprie energie in inutili lamentele e recriminazioni.

Brexit: Anziani vs Giovani?