Ipertensione ArteriosaL’ipertensione arteriosa è una condizione clinica caratterizzata dall’aumento della pressione sistolica e diastolica (massima e minima) ed è legata al rapporto tra la forza esercitata dalla funzione di pompa del cuore e la resistenza alla progressione del flusso ematico secondaria alla perdita di elasticità dell’albero arterioso.

L’ipertensione non è di per sé una malattia, ma rappresenta uno dei maggiori fattori di rischio cardiovascolare perché la sua persistenza, a lungo andare, in assenza di una adeguata terapia, provocherà un danno a carico dei vari organi (cuore, rene, cervello, vasi) con il conseguente aumento di episodi infartuali, di ictus, aneurismi  dell’aorta, insufficienza renale. Tali complicanze possono essere fortemente invalidanti e talora mortali.

Possiamo distinguere una ipertensione sistolica quando si verifica un aumento della sola pressione massima e una ipertensione diastolica quando ad aumentare è la pressione minima.

Si definisce ipertensione sisto-diastolica una condizione in cui entrambi i valori sono aumentati. L’ipertensione sistolica isolata, generalmente accompagnata da una minima bassa, è tipica dei soggetti anziani, soprattutto grandi anziani (novantenni) ed è legata alla rigidità dei grandi vasi arteriosi. L’ipertensione diastolica isolata è generalmente appannaggio di soggetti giovani.

Ipertensione ArteriosaOltre 15 milioni di persone in Italia soffrono di ipertensione e di questi solo 1 su 4 si cura in maniera adeguata. Circa 1 miliardo e mezzo ne soffrono in tutto il mondo. Ogni anno muoiono per malattie cardiovascolari dovute alla ipertensione circa 280.000 persone in Italia e 8 milioni nel mondo.

Quali le cause della ipertensione? Intanto distinguiamo una ipertensione primitiva o essenziale, che non presenta una eziologia precisa, ma che è legata ad alterazioni dei meccanismi complessi che regolano la pressione come il sistema neurovegetativo, varie sostanze circolanti ecc., che rappresenta il 95% dei casi.

Nel restante 5% dei casi si tratta di una ipertensione che colpisce soggetti più giovani, con valori pressori anche più elevati, conseguente a malattie congenite o acquisite dei reni, surreni, cuore e che per tali motivi viene definita secondaria. La cura in tali casi consiste nella rimozione di tali cause.

Quali i sintomi? Per molti anni l’ipertensione può decorrere in modo del tutto asintomatico anche perchè l’aumento dei valori avviene generalmente in modo progressivo e l’organismo si adatta al nuovo regime. Vi sono a volte dei sintomi del tutto aspecifici che spesso vengono sottovalutati o imputati ad altre condizioni e questo spesso non favorisce la diagnosi di ipertensione.

I più comuni sono:

  • mal di testa specie al mattino, vertigini, senso di stordimento;
  • ronzii auricolari (acufeni);
  • alterazioni del visus (punti luminosi);
  • emorragie nasali (epistassi).


Esistono fattori che predispongono alla pressione alta? Certamente e numerosi.

Ipertensione ArteriosaPrima fra tutti la famigliarità: la presenza di famigliari affetti da ipertensione aumenta la probabilità di svilupparla nel corso degli anni. Con l’aumentare dell’età e l’inesorabile invecchiamento dei nostri vasi aumenta la probabilità di andare incontro a valori pressori elevati; è per questo motivo che occorre fare ogni sforzo per assumere stili di vita virtuosi per prevenire questa evoluzione.

Lo stile di vita appare fondamentale, occorre controllare i vari fattori di rischio cardiovascolare:

  • il fumo che provoca alterazioni degli endoteli che rivestono le pareti interne dei vasi contribuendo alla perdita di elasticità;
  • una alimentazione ricca di grassi e di eccesso di calorie che favoriscono il sovrappeso e l’obesità e l’evoluzione verso l’aterosclerosi;
  • una dieta ricca di sodio e povera di potassio;
  • la sedentarietà che contribuisce ad aggravare il quadro metabolico (sappiamo che una attività fisica moderata quotidiana mantiene elastici i nostri vasi riducendone le resistenze, contribuendo al contenimento dei valori pressori);
  • un eccessivo consumo di alcool (più di un bicchiere al giorno per le donne, più di due per gli uomini) può anch’esso favorire l’ipertensione;
  • lo stress fisico e mentale: è noto l’aumento dei valori pressori durante la visita medica (la cosiddetta ipertensione da camice bianco), il rilievo di valori più elevati nei giorni lavorativi rispetto ai giorni di riposo e, naturalmente, durante sforzo fisico, così come spesso una elevazione dei valori al momento del risveglio, all’inizio di una giornata che si presenta impegnativa.


Infine il Diabete è una condizione che spesso si accompagna a ipertensione per la vasculopatia che ne consegue e che deve, quindi, prevedere una attenzione di cura particolare.

Per quanto riguarda la diagnosi, secondo le ultime indicazioni delle società scientifiche internazionali, si parla di ipertensione quando i valori di massima e minima superano il livello di 140/85. Abbiamo già detto come spesso e per molto tempo l’ipertensione non dia segnali significativi e come eventuali sintomi siano spesso aspecifici. Per tali motivi è opportuno eseguire controlli anche ripetuti per conoscere i propri livelli pressori e per evitare di fare diagnosi dopo che anni di valori elevati abbiano già prodotto i danni ai vari organi, o, addirittura, in occasione di eventi acuti come infarto e ictus.

Aldilà della normale misurazione effettuata dal medico e della automisurazione domiciliare è possibile ricorrere a un monitoraggio pressorio nelle 24 ore servendosi di un misuratore automatico, per una migliore precisazione diagnostica.

Ipertensione ArteriosaCome curiamo l’ipertensione? Innanzitutto come detto sopra attraverso una concreta modificazione degli stili di vita: il controllo del peso attraverso una dieta adeguata, tendenzialmente a basso contenuto di sale, una attività fisica moderata costante (30 minuti al giorno di marcia sostenuta), l’astensione dal fumo, poco alcool, con l’obiettivo di riportare i valori al disotto dei fatidici 140/85.

Se questo non bastasse occorrerà ricorrere ai farmaci, con l’aiuto del proprio medico. Oggi la farmacopea offre una numerosa serie di farmaci antipertensivi molto effi caci, il cui utilizzo deve essere adattato alle caratteristiche del singolo paziente, in altre parole la terapia deve essere personalizzata, sulla base anche delle eventuali patologie concomitanti.

Non sempre si ottiene un risultato immediato, probabilmente occorrerà, in alcuni casi, ricorrere a più di un farmaco che, con meccanismi diversi, possano concorrere alla normalizzazione dei valori pressori.

A volte accade che pazienti con 4-5 farmaci non riescano a ottenere risultati; si parla allora di ipertensione resistente e si propongono trattamenti alternativi come la denervazione delle arterie renali, ovviamente in casi selezionati.

Ipertensione ArteriosaNon bisogna dimenticare che la cura della ipertensione è una cura cronica, che si deve fare per tutta la vita una volta stabilita con certezza la diagnosi. I farmaci non perdono la loro efficacia terapeutica nel corso degli anni. Raramente può capitare di sospendere una terapia perchè non più necessaria, naturalmente sempre a giudizio del medico curante.

Insomma una cura ben condotta, con attenzione e costanza nel tempo è in grado di ridurre nettamente il rischio cardiovascolare, avvicinandolo a quello di una persona normotesa.

Como Cuore Onlusa cura di Giovanni Ferrari
Cardiologo e Presidente
dell'Associazione Comocuore