Erri de Luca - Il più e il meno - Non si affitta ai napoletaniAffiorano ricordi lontani e vicinissimi nella prosa di Erri De Luca: un cartello affisso al portone della sua casa di Torino, dove era approdato alla fine degli anni Settanta, evoca la sensazione incancellabile che dà il titolo a un suo racconto.

“NON SI AFFITTA AI NAPOLETANI” c’era scritto sul cartello che richiama un mondo segnato da disagio, estraneità e umiliazione, un mondo che da un’epoca all’altra sembra replicare le stesse reazioni e la stessa speranza di riscatto e integrazione nei migranti costretti ad abbandonare la loro terra.

La discriminazione, una fratellanza negata, appare come tratto ricorrente, nel vissuto di chi intraprende il viaggio per rincorrere una “fortuna” dai contorni troppo incerti ed evanescenti o, come scrive De Luca dipingendo gli immigrati di oggi, che “puntano tutto il gruzzolo della vita in un solo lancio di dadi sulla superficie del deserto e del mare”. Eppure il sentimento di estraneità e diffidenza si intreccia quasi imprevedibilmente con l’anelito a incontrare l’altro, a scoprire il suo volto, la sua umanità.

Questa drammatica tensione, che in fondo da sempre segna la storia umana, vibra in un’ora precisa, attorno a un fuoco dove mani e sguardi si avvicinano condividendo lo stesso bisogno di calore e di luce. Il Natale irrompe e, con una suggestione non convenzionale, accende una speranza attuale.  
 
Il racconto Non si affitta ai napoletani è tratto da:
Erri De Luca, “Il più e il meno”, edizione Feltrinelli, 2015.