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La gestione della prima emergenza

La rete dell'accoglienza in Italia è gestita dal Ministero dell'Interno e si articola in:

14 centri di accoglienza (CPSA, CDA, CARA);
5 centri di identificazione ed espulsione (CIE);
1.861 strutture temporanee.

I centri

CPSA (Centri di primo soccorso e accoglienza) - accolgono i migranti appena sbarcati (è il caso di Lampedusa) qui ricevono le prime cure mediche necessarie, vengono fotosegnalati, possono richiedere la protezione internazionale. Successivamente, a seconda della loro condizione, vengono trasferiti nelle altre tipologie di centri (CIE, CDA o CARA).

CDA (Centri di accoglienza) - garantiscono la prima accoglienza allo straniero rintracciato sul territorio nazionale per il tempo necessario alla sua identificazione.

CARA (Centri di accoglienza per richiedenti asilo) - ricevono gli stranieri che richiedono la protezione internazionale.

CIE (Centri di identificazione ed espulsione) - si occupano degli stranieri giunti in modo irregolare in Italia che non fanno richiesta di protezione internazionale. Nei CIE, a differenza degli altri centri, gli immigrati sono reclusi e non possono liberamente uscire con periodo di permanenza che nel 2014, a seconda dei luoghi, è variato da 25 a 55 giorni.

I numeri dell'emergenza

Il sistema d'accoglienza attualmente in Italia ospita 93.608 profughi, tra centri governativi e strutture temporanee regionali.

I.Dati.dell.Immigrazione.2.jpgNel 2015 sono giunti per lo più eritrei (29.019), nigeriani (13.788), somali (8.559), sudanesi (6.745) e siriani (6.324). Dunque in gran parte migranti che hanno diritto a una qualche forma di protezione internazionale.

Sono così distribuiti nelle diverse regioni: Sicilia 16%, Lombardia 13%, Lazio 9%, Campania 8%, Piemonte 7%, Veneto 7%, Puglia 6%, Toscana 6%, Emilia-Romagna 6%, Calabria 5%. Secondo le stime fornite dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, il numero di accolti in Italia rimane modesto, se comparato a quello di altri Paesi in Europa e nel mondo; in media, infatti, l'Italia accoglie un rifugiato ogni mille persone, ben al di sotto della Svezia (con più di 11 rifugiati ogni mille) e della Francia (3,5 ogni mille). Per non parlare di casi limite: il Libano, al confine con la Siria, ospita circa 1,2 milioni di rifugiati, pari a un quarto della popolazione del Paese.

Le parole dell'emergenza

Migrante è chi sceglie di lasciare volontariamente il proprio Paese d'origine per cercare un lavoro e migliori condizioni economiche.

Profugo è un termine generico per definire chi abbandona il proprio Paese a causa di guerre o catastrofi naturali.

Rifugiato è lo straniero che, ai sensi dell'articolo 1 della Convenzione di Ginevra del 1951, può ottenere protezione dimostrando un fondato timore di subire nel proprio Paese una persecuzione personale per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche.

Minore straniero non accompagnato è il minorenne che non ha cittadinanza italiana o di altri stati dell'Unione Europea ed è soggetto alle norme previste in generale dalla legge italiana in materia di assistenza e protezione dei minori, pertanto non può essere espulso, tranne che per motivi di ordine pubblico e sicurezza dello Stato.

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La gestione dell'immigrazione

Il diritto internazionale impone a ciascun Paese l'accoglienza dei richiedenti asilo fino all'accertamento o al diniego dello status di rifugiato.

Nel caso italiano, le commissioni territoriali - secondo la legge - devono svolgere l'audizione per il riconoscimento dell'asilo entro 30 giorni dalla presentazione della domanda e decidere nei successivi tre giorni. Ma la lunghezza dei tempi di valutazione delle richieste è uno dei punti critici, con periodi di attesa oltre i 12 mesi e con una dilatazione dei tempi di permanenza nei centri di accoglienza anche per chi non avrebbe diritto alla protezione. Se al migrante viene negato lo status di rifugiato può ricorrere al Tribunale, entro 15 giorni, contro le decisioni della Commissione territoriale. Il Tribunale decide nel merito entro tre mesi con sentenza. Una volta divenuta esecutiva la decisione, scatta l'espulsione dello straniero.

L'immigrazione in Italia

Alla luce delle stime ISTAT all'inizio del 2015, gli stranieri residenti in Italia arrivavano a quota 5 milioni 73mila, rappresentando l'8,3% della popolazione totale. Entrando nel dettaglio delle presenze territoriali, in tre regioni del Nord e una del Centro è concentrato il 57% dell'intera popolazione straniera: si tratta di Lombardia (22,9%), Lazio (12,5%), Emilia-Romagna (10,9%) e Veneto (10,5%). Sul fronte dell'occupazione, secondo dati Istat, gli occupati stranieri nel 2014 sono risultati il (10,3%), più di un decimo degli occupati complessivi con un tasso di occupazione nuovamente in leggero aumento. Tuttavia, negli ultimi 6 anni, i lavoratori stranieri sono stati quelli che hanno patito maggiormente la crisi e il loro tasso di occupazione ha perso nel complesso 8,5 punti percentuali, a fronte di un calo, tra gli italiani, di 2,7 punti percentuali. Gli immigrati sono impiegati nel settore dei servizi alla persona (39,3% sul totale degli occupati nel settore), degli alberghi e ristoranti (19,2%), delle costruzioni (18,0%), dell'agricoltura (17,1%), dell'industria in senso stretto (10,5%) e del trasporto (10,3%).

I.Dati.dell.Immigrazione.4.jpgIl PIL creato ogni anno dai lavoratori stranieri ammonta a 123 miliardi di euro, pari all'8,8% del totale nazionale. Quasi il 50% è prodotto nel settore dei servizi. Secondo la Fondazione Leone Moressa, il bilancio tra tasse pagate dagli immigrati (gettito fi scale e contributi previdenziali) e spesa pubblica per l'immigrazione (welfare, politiche di accoglienza e integrazione, contrasto all'immigrazione irregolare) è in attivo di +3,9 miliardi di euro. Gli immigrati versano in media tra i 7-8 miliardi di contributi l'anno ma, non riuscendo tutti a maturare il diritto alla pensione, l'INPS ha stimato che abbiano lasciato nelle casse previdenziali oltre 3 miliardi di euro improduttivi di prestazioni. Attualmente, i cittadini non comunitari beneficiari di pensioni previdenziali per invalidità, vecchiaia e superstiti sono 35.740 (lo 0,2% di tutti i beneficiari), mentre i titolari di pensioni assistenziali sono 51.361 (l'1,4% del totale). Da sfatare il pregiudizio che gli immigrati pesino eccessivamente sulla spesa sanitaria. In dieci anni (2003-2012) i ricoveri ospedalieri ordinari, pur aumentando gli immigrati del 161,5%, sono cresciuti solo del 52,6% e hanno determinato un aumento complessivo dei ricoveri del 2,5% (Ministero della Salute).

Nell'anno scolastico 2013/2014, gli alunni stranieri nelle scuole italiane erano 802.785 (di cui 415.182 nati in Italia), che corrisponde a un aumento, rispetto all'anno scolastico precedente, del 2,1%.

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Mediterraneo Verità del cuore

...

Ed oltre a quel dolore, nella culla del silenzio
si udranno sempre ritmi di tamburi, rammenti etnici
che accompagnano la traversata della vita.
Di chi non ha più nulla,
e vedo corpi insepolti, anime in pena,
né gocce di rugiada per bagnare aride labbra,
né briciole che plachino lo spettro della fame.
Sono i miei fratelli tutti i poveri di questo mondo
e le mie sorelle tutte le madri senza più sorrisi
con i loro bimbi senza profumi di fiabe e grida di giochi.

Luigino Liut
tratto da "Poesie e Racconti", Premio Anteas 2015