Generare.Innovazione.SocialeSindacato e Terzo Settore chiamati a un comune impegno nelle comunità locali. Ridisegnare il futuro delle nostre comunità è un’avventura possibile, una sfida già raccolta, una vicenda che fin da oggi vale la pena raccontare. Così è emerso durante il Convegno, organizzato da FNP CISL dei Laghi e ANTEAS lo scorso 10 giugno a Villa Gallia, che ha messo a tema una prospettiva ambiziosa e decisiva sottolineata nel titolo “Generare innovazione sociale. Sfida comune per il Sindacato e il Terzo Settore”. La prima carrellata di dati, introducendo i “lavori”, l’ha fornita il segretario Generale FNP CISL dei Laghi Giovanni Pedrinelli che, sullo sfondo della crisi con le nuove e crescenti forme di povertà, ha delineato “le possibili soluzioni di un sistema basato su sussidiarietà e solidarietà, commisurate alle aspettative degli uomini di oggi”.

“Circa 30mila organizzazioni  impegnate nel sociale, con un milione di lavoratori occupati e 4,5 milioni di volontari, il 20% dei quali costituito da giovani, rappresentano un patrimonio da valorizzare e dal quale ripartire” ha puntualizzato accennando alla necessità di una riforma di legge che supporti il volontariato. Ha inoltre sottolineato  l’importanza di una rinnovata azione del Sindacato chiamato, nel superamento dell’autoreferenzialità, a rafforzare la presenza capillare e a costruire relazioni attraverso le Rappresentanze Locali Sindacali.

Il valore della comunità, “terra di mezzo fra l’individuo e il sistema istituzionale”, è stato messo a fuoco dal sociologo Massimiliano Colombi che ha analizzato tre cause di indebolimento del tessuto sociale, quali una concezione individualista che ha generato solitudine e fragilità, un modello di uomo “senza limiti”, incapace cioè di misurarsi con il passare degli anni e con il cambiamento, l’eliminazione delle domande sul senso del vivere. La diagnosi di Colombi ha rilanciato la sfida sulla necessità di ricostituire i legami sociali oggi particolarmente bersagliati, infatti “tutte le  istituzioni, quali la politica, le associazioni, il sindacato, la Chiesa, sono particolarmente sotto attacco” ha precisato, spiegando che “la persona sola è più facilmente manipolabile”.

Per riattivare risposte efficaci, l’associazionismo deve innanzitutto saper “toccare la carne sofferente dell’altro”, secondo l’espressione di Papa Francesco. Fondamentale è anche recuperare la concretezza, emblematica nella figura del Buon Samaritano che ha agito nella precisa circostanza, con totale gratuità, investendo la sua azione anche nell’ora successiva, leggendo e affrontando così anche il bisogno nella sua evoluzione. Il mondo del volontariato, quindi, per evitare il rischio di essere strumentalizzato e trasformato in un servizio a supplenza dell’intervento pubblico, deve salvaguardare il valore nsostituibile della gratuità, mantenere la distinzione fra volontariato individuale e organizzato, saper innovare senza trasformismi.

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Alberto Agudio, Massimiliano Colombi, Ivo Lizzola, Sofia Rosso, Giovanni Pedrinelli, Maria Grazia Contino (da sinistra a destra).


Progetti di innovazione sociale

La novità del Convegno, costruito su un’interazione fra analisi ed esperienza, è emersa dalla descrizione di alcune realtà già attive: “Si ratta di esperienze che nascono dall’ascolto, dal farsi carico di domande che spingono alla ricerca di soluzioni” ha suggerito Maria Grazia Contino, Segretaria FNP CISL dei Laghi che ha coordinato gli interventi di presentazione di alcuni progetti evidenziandone la concretezza e l’efficacia verificata nella “sinergia fra realtà di volontariato e istituzioni nei due territori di Como e Varese, entrambi arricchiti nella reciproca contaminazione”.

Alberto Agudio, presidente ANTEAS di Como, ha descritto il Servizio di accompagnamento di persone in difficoltà che nel Comasco si avvale di 9 mezzi che operano sulle aree di Como, Cantù, Lurate/Olgiate, Erba e Dongo, mentre nell’area di Varese sono attivi due di proprietà di ANTEAS, uno per Tradate e uno per Busto Arsizio, oltre a due mezzi in gestione per Luino. “Con l’aumento dell’attività è maturata la scelta di sviluppare convenzioni fra associazioni di volontariato e amministrazioni comunali” ha riferito Agudio che ha sottolineato la valenza della sussidiarietà privilegiando tuttavia l’aspetto del dono gratuito, che “non è fine a se stesso, ma è inserito in una risposta complessiva e organica”.

Generare Innovazione SocialeSul fronte della povertà il progetto Dona Cibo, illustrato dal giovane sindacalista Emanuele Lanosa, documenta un’azione che coniuga la risposta all’emergenza alimentare con la lotta allo spreco. In entrambi i territori di Como e di Varese sono presenti infatti diverse esperienze che, in collaborazione con il Banco Alimentare Lombardia e la Caritas, provvedono al recupero di alimenti (compreso il “ritiro del fresco”) da distribuire a famiglie bisognose. Lo stesso progetto inoltre prevede alcune iniziative rivolte ai giovani, in collaborazione con le scuole, per sensibilizzare gli studenti sul tema della povertà.

Generare Innovazione SocialeIl giovane sindacalista Carlo Rioldi, impegnato per ANTEAS, ha presentato il progetto Amici per la pelle che risponde all’esigenza di accudimento dei bambini dopo la conclusione dell’impegno scolastico.  Anteas, partecipando al Bando aperto dal Comune di Como, si è aggiudicata la gestione del Centro ricreativo diurno per bambini dai 6 ai 14 anni realizzando così un servizio di collaborazione fra pubblico e privato che si colloca su un percorso teso a risolvere il  problema della conciliazione famiglia-lavoro. La caratteristica di multiculturalità del quartiere di Rebbio ha dato l’impronta al progetto per favorire, attraverso laboratori e attività, l’incontro costruttivo fra diverse culture.

Generare Innovazione SocialeProspettive di condominio solidale, cantiere di idee e prassi a sostegno dei legami sociali, è stato segnalato da Carlo Brunati, presidente Coop Edilizia “Abitare Albate”, come una modalità concreta di supporto al welfare sociale. Il condominio solidale, realizzando iniziative anche in collaborazione con ANTEAS, può offrire ai  soggetti più fragili punti di riferimento e supporti organizzativi che alleviano il disagio e facilitano la soluzione di problemi.

 

La prospettiva

“Far conoscere queste storie e organizzare la vita attorno ad esse”. In estrema sintesi è stata questa l’indicazione di Ivo Lizzola, docente di Pedagogia della marginalità e dei diritti umani  dell’Università di Bergamo. Nella sua lezione intitolata “Pulire il futuro: impegni di comunità fra le generazioni”, ha messo in luce la connessione fra esperienze quotidiane, brani di vita che testimoniano una solidarietà concretamente espressa, e la dimensione organizzativa e istituzionale che ne viene inevitabilmente contagiata e trasformata.

Proprio recuperando la concretezza delle esperienze, ha messo in rilevo che per rispondere a un bisogno non basta intercettarlo e soddisfarlo, occorre “far nascere il desiderio”, cioè aprire continuamente “relazioni in cui noi insieme ad altri diamo il via alla tessitura di nuovi legami sociali, riscoprendo che la vita è più bella se vissuta nell’affidamento reciproco”. Sulla scia di questo rinnovamento, che riguarda innanzitutto la persona, la solidarietà è concepita come uno stile di vita, un atteggiamento psicologico, capace di scalfire l’attuale cultura impregnata di individualismo e consumismo. Ivo Lizzola ha richiamato, in questo tempo di transizione così difficile, alla responsabilità “coeducativa” che coinvolge al tempo stesso chi offre aiuto e chi lo riceve, entrambi alla ricerca di orientamento morale, di una fraternità indispensabile per “pulire il futuro”.

Pulire il futuro diventa così un compito da assumere con impegno e generosità: la “banalità del bene”, espressa nella normalità dei gesti quotidiani, diventa “valore sociale”, trasforma l’oggi e il domani, promette di consegnare alle generazioni un luogo dove vivere in una  dimensione umana e solidale.

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Marco Mazzonr, Roberto Bernasoni, Gianfranco Garganigo, Marco Gatti, Gerardo Larghi, Michele Borzatta (da sinistra a destra).

 

La tavola rotonda

Marco Gatti, giornalista del Settimanale, ha abilmente moderato la tavola rotonda del convegno prevista nella seconda parte. Il tema: “Creare valore sociale, nuove sinergie tra sindacato e Terzo Settore” ha consentito agli interlocutori di presentare spaccati di realtà in movimento sul territorio. Gli interventi di Gerardo Larghi, Segretario Generale della CISL dei Laghi, Roberto Bernasconi, per la Caritas di Como, Gianfranco Garganico, presidente del Centro Servizi Volontariato, Marco Mazzone, presidente della Compagnia delle Opere e Michele Borzatta, vice-presidente di Conf-cooperative Insubria, hanno evidenziato la vitalità di un mondo fatto di associazionismo, di volontariato, di aziende sociali e di cooperative che resiste alla crisi e alla lunga fase di passaggio avviato con le difficoltà economiche dell’ultimo decennio; ma che ha anche bisogno di azioni che la rafforzino. La discussione ha fatto emergere con chiarezza la necessità di potenziare le relazioni tra le associazioni e di attivare successivi momenti di incontro. Dalla crisi si esce lavorando insieme, creando sinergie, coesione e intese operative tra sindacato ed associazionismo. Su questo terreno la tavola rotonda ha aperto più di una prospettiva di lavoro comune.

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Le conclusioni

L’immagine proposta nell’invito - “Aurora volando” di Gerardo Dottori - ha suggerito una prospettiva di speranza nel contesto attuale attraversato dalle crescenti urgenze sociali, in un tempo di crisi e di transizione. Evocando l’immagine dell’aurora Sofia Rosso, Presidente Nazionale ANTEAS, ha aperto il suo intervento indicando alcune parole chiave.

“Insieme”, cioè “una alleanza fra tutti i soggetti che hanno a cuore la creazione di valore sociale”, è la prima parola importante nell’innovazione in atto, generata da una comune visione politica: “Sindacato e Terzo Settore si sono esposti insieme, riconoscendo la propria vulnerabilità, i propri limiti, le proprie pigrizie, ma anche le potenzialità, la capacità e il desiderio di tessere legami e di costruire comunità. - ha precisato - Tutto ciò a partire da una visione condivisa per cui occorre un’attenzione particolare verso coloro che fanno più fatica perché vivono condizioni di disuguaglianza, di povertà e di ingiustizia.”

Generare Innovazione SocialeL’altra parola “innovazione sociale”, uno dei termini più abusati e molto spesso utilizzati per nascondere il vecchio, - ha sottolineato Sofia Rosso - è stata invece declinata in maniera chiara nel convegno trovando ancoraggi importanti nei termini “persona”, “legami”, “comunità” e “giustizia”. “Non può esserci innovazione se manca uno di questi fattori, non è possibile nessun tipo di sviluppo senza la centralità della persona, senza riconoscimento dei legami sociali che costruiscono la comunità e senza un orientamento saldo e condiviso verso la giustizia.

In mancanza di tutto ciò, finiamo progressivamente in una spirale di disumanizzazione che svilisce la persona e impoverisce la comunità.” ha ribadito la presidente, valorizzando i progetti “raccontati” nel corso del Convegno che vedono convergere, in un’ottica di sussidiarietà, sindacato e volontariato. Nella stessa prospettiva, ha proseguito, “la presenza di diversi soggetti sociali segna una direzione di marcia comune: ricostruire una fiducia nei confronti dei soggetti sociali, ripartire dalla rappresentanza radicata dentro le storie delle persone e delle comunità, assumere la responsabilità di un lavoro educativo e culturale per ricostruire un tessuto sociale significativo”.

In questo impegno, il Sindacato assume un ruolo decisivo: “Siamo tutti chiamati però ad uno sforzo: uscire progressivamente dalla nostra autoreferenzialità, aprirci alle nuove istanze, non sempre chiare e facilmente comprensibili, e cogliere il nuovo che già abita nelle nostre associazioni”.

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