L'Accordo in Sintesi - FASE IIA partire dal 2017 l'impegno delle Organizzazioni Sindacali e del Governo è di proseguire il confronto per affrontare il tema della perequazione dei trattamenti pensionistici e per definire ulteriori misure di riforma all'interno del sistema previdenziale.


Perequazione dei trattamenti pensionistici

Si conferma dal 2019 il ritorno a quanto previsto dalla legge 388/2000 per la rivalutazione dei trattamenti pensionistici in essere con il meccanismo di perequazione per scaglioni. (Tab. 3)

Si propone di utilizzare un diverso indice per la rivalutazione delle pensioni, più rappresentativo dei consumi dei pensionati.

Viene inoltre considerata la possibilità di ricostituire nel 2019 il montante previdenziale per recuperare parte della mancata indicizzazione in seguito alla sentenza 70/2015 della Corte Costituzionale.

 

Tab. 3 – Perequazione per scaglioni d'importo

Legge 388/2000 art. 69

Dal 2019 % perequazione
Scaglioni fino a 3 volte il trattamento minimo 100%
Scaglioni oltre 3 volte e fino a 5 volte il trattamento minimo 90%
Scaglioni oltre 5 volte il trattamento minimo 75%

 

Interventi di riforma all'interno del sistema previdenziale Governo e Sindacati hanno già concordato la prosecuzione del confronto dopo l'approvazione della legge di stabilità per il 2017 su questioni ancora aperte riguardanti:

  • la flessibilità nell'accesso alla pensione e l'introduzione di una pensione di garanzia (pensione di base) legata all'età e ai contributi versati per garantire l'adeguatezza delle pensioni medio-basse;
  • il rilancio delle adesioni alla previdenza complementare, il sostegno all'investimento dei fondi pensione nell'economia reale e la parificazione della tassazione sulle prestazioni di previdenza complementare tra dipendenti pubblici e privati;
  • la definizione di una contribuzione previdenziale aggiuntiva che valorizzi il lavoro di cura (per madri, per chi assiste disabili ex legge 104, per chi utilizza permessi per le cure parentali ecc.);
  • la separazione fra previdenza ed assistenza ai fi ni statistici per la corretta comparazione, in sede europea (Eurostat), della spesa previdenziale;
  • la possibilità di differenziare o superare le attuali forme di adeguamento alla speranza di vita (nell'ambito del necessario rapporto tra demografia e previdenza) per alcune categorie di lavoratrici e lavoratori tenendo conto che l'aspettativa di vita si diversifica in relazione a determinate attività lavorative.

 

In conclusione i risultati ottenuti attraverso la concertazione tra le parti sociali e il Governo vanno nella direzione di una maggiore equità e coesione sociale, infatti - come ha affermato la Segretaria Generale della CISL Anna Maria Furlan - l'attenzione è stata rivolta "a tutte le generazioni del Paese, con scelte calibrate perché giovani, anziani e pensionati si sentano coinvolti positivamente nel processo di revisione previdenziale".

 

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