L'intervento della Presidente nazionale, Sofia Rosso

Sofia Rosso, Presidente Nazionale ANTEASSofia Rosso, intervenuta il 1° luglio alla Festa della Solidarietà a Busto Arsizio, ringraziando i volontari e le volontarie ha voluto sottolineare che "il tempo da loro donato quotidianamente, in modo gratuito e con passione per le attività di ANTEAS produce un immenso valore sociale ed umano".

Si è soffermata brevemente ad illustrare l'evoluzione di ANTEAS che, nell'arco di questi ultimi 20 anni, è diventata una grande associazione nazionale con 80.350 soci iscritti ed oltre 80 tipologie di attività di natura sociale, assistenziale e culturale.

E ha ricordato la collaborazione con il Banco alimentare e farmaceutico, l'animazione nelle RSA, i nonni vigili, i libri viventi, i corsi, le molte iniziative con e per le scuole.

Continuando il suo intervento ha voluto informare i volontari e il gruppo dirigente di quattro importanti iniziative promosse di recente dall'associazione a livello nazionale.

Il progetto ANTEAS/Lab, un percorso, iniziato a maggio e rivolto al gruppo dirigente ANTEAS, che propone un nuovo modello di formazione con lo scopo di costruire direzioni comuni e valorizzare i Presidenti regionali nei loro ruoli di coordinamento e di rapporto con il livello nazionale.

Il progetto Antenne Sociali, aggiudicato tramite la partecipazione ad un bando del Ministero delle Politiche Sociali avrà la durata di un anno.

Vedrà coinvolte 19 regioni con l'obiettivo di "dare luce a molte storie di solitudine che, in assenza dei giusti riflettori, rischierebbero di rimanere in ombra rispetto ai radar dei servizi sociali e del mondo del volontariato."

Il 12 luglio, all'Auditorium di via Rieti di Roma, coordinato da Massimiliano Colombi è stato presentato il progetto alla presenza di Gigi Bonfanti, Maurizio Bernava, Francesco Marsico (Caritas), il Presidente del collegio degli Assistenti Sociali, i collaboratori del prof. Ivo Lizzola e dell'On. Luigi Bobba.

"ANTEAS" - ha ricordato Sofia Rosso - "sostiene la proposta di legge sull'Invecchiamento attivo. Durante il Festival del Volontariato, tenutosi a Lucca in aprile, è stato descritto il contesto culturale in cui siamo immersi ed i nuovi significati dell'invecchiare. Siamo convinti che sia necessario ripartire dalle nostre biografie e dalle nostre comunità. In molti facciamo fatica a definire chi siamo: siamo pensionati, non vecchi; il termine anziani a volte ci sta stretto. I nostri corpi non assomigliano più a quelli dei nostri genitori e dei nostri nonni alla nostra età, abbiamo davanti una speranza di vita molto elevata. Molti di noi hanno ancora rilevanti responsabilità in termini economici nei confronti di figli e nipoti, molti altri sono alle prese con compiti di cura per i grandi anziani in famiglia. L'invecchiamento della popolazione più che aver prodotto un aumento della quota di anziani sulla popolazione, ha determinato uno slittamento in avanti del confine tra età adulta ed età anziana. La fase della nostra vita, tra i 65 e i 74 anni, è ancora ricca di relazioni sociali e di interscambi e il momento in cui farsi da parte e dover dipendere dagli altri slitta dopo i 75. Tutto ciò è confermato anche dalle attenzioni che il Mercato riserva agli anziani, fino a vendere un'illusione giovanilistica che, a partire dalla moda fino ad arrivare alle proposte per il tempo libero, sembra voler allontanare l'idea che invecchiare sia inevitabile. Occorre, però, tenere uno sguardo vigile ai rapporti tra le generazioni e su quelle persone che per condizioni personali e sociali non sono più attive e non sono capaci di entrare in un processo di attivazione, perché il rischio è quello di alimentare la "cultura dello scarto" come sostiene Papa Francesco, scivolando nelle diseguaglianze".

Anteas: Il Sociale in Primo Piano

Sofia Rosso ha sottolineato anche le ragioni per cui ANTEAS sostiene la proposta di legge che in un contesto culturale, come quello attuale, contiene una buona idea d'invecchiamento attivo e offre gli spazi per rilanciare il lavoro nelle
nostre regioni e nelle nostre comunità, mettendo a valore quanto già fatto a partire dal 2012, Anno Europeo dell'Invecchiamento Attivo.

"ANTEAS nazionale, inoltre," - ha proseguito la Presidente - "sta sostenendo nel suo iter parlamentare la proposta di legge quadro per il riconoscimento e la valorizzazione del caregiver familiare".

Ciò in risposta ad uno dei principali obiettivi della nostra associazione: quello di non lasciare solo chi ha bisogno, combattendo la solitudine che distrugge le relazioni e porta all'isolamento e alla povertà, soprattutto quella morale e psicologica, oltre che economica.

In Italia si stima che le persone anziane non autosufficienti, ospiti di strutture residenziali, siano poco più di 200.000, mentre più di 2.800.000 persone vivono in famiglia, in casa propria o di parenti.

Nel nostro Paese, infatti, si registra la maggior percentuale europea di familiari ed amici che prestano cura a persone anziane e disabili.

"Il caregiver familiare risponde al bisogno affettivo, relazionale e di sicurezza del proprio caro. È improcrastinabile, quindi, l'esigenza di legiferare il riconoscimento ed il sostegno del caregiver, come già in molti Stati Europei, sia per valorizzarne la sua funzione sociale, sia perché ne siano riconosciuti diritti, quali: l'informazione, la formazione, il sollievo e supporto nelle emergenze, la valorizzazione delle competenze acquisite, forme di defiscalizzazione delle spese di cura, politiche di conciliazione".